Un furto clamoroso, nel lontano 1989, dal Museo del Seminario Arcivescovile di Siena. Uno straordinario recupero, più di trent’anni dopo, grazie al Comando dei Carabinieri, Tutela Patrimonio Culturale. Ed infine il restauro, eseguito nei Laboratori dei Musei Vaticani. È questa l’occasione per inaugurare la mostra “Dalla Spada alla Croce. Il reliquiario di San Galgano restaurato”.
L’esposizione, prodotta grazie alla collaborazione tra l’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e l’Opera della Metropolitana, con il contributo di Opera Laboratori e Sillabe, si terrà nella Cripta del Duomo dal 2 marzo al 5 novembre 2023.
Al centro di questa vicenda, una croce liturgica, due pissidi, cinque calici e soprattutto un capolavoro della produzione orafa senese del XIV secolo, il Reliquiario di San Galgano, oggetto mirabile e di intensa devozione popolare. Su di esso, decorate finemente in preziosi smalti traslucidi, sono raffigurate le scene della vita del Santo e della sua spada.
Secondo la tradizione, Galgano sarebbe nato nel borgo senese di Chiusdino. Cavaliere appartenente alla piccola nobiltà locale, si convertì alla vita ascetica ed eremitica dopo le visioni dell’Arcangelo Michele, come rappresentato nelle sei scene del Reliquiario. Condusse la sua vita monastica nell’Eremo di Montesiepi, da lui edificato su una collina vicina al luogo dove sarebbe sorta l’Abbazia. Morì, secondo le fonti, il 30 novembre 1181. Appena quattro anni dopo, a seguito dei doverosi accertamenti canonici, papa Lucio III lo proclamò Santo nel 1185.
A Galgano è attribuito nella sua rappresentazione iconografica, il celebre segno della spada conficcata nella roccia che diventa una croce davanti alla quale inginocchiarsi e pregare. La sua fama, tuttavia, si afferma sullo sfondo della diatriba fra Papato e Impero sulle “investiture” e nel contesto dell’espansione dell’Ordine Cistercense grazie all’opera di San Bernardo di Chiaravalle.
Lo stato di conservazione delle preziose oreficerie al momento del recupero purtroppo era critico.
L’accurato intervento di restauro, grazie alla proficua collaborazione instauratasi con i Musei Vaticani nella persona della Direttrice, la dr.ssa Barbara Jatta, è stato condotto dal Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani ed ha comportato una campagna di indagini scientifiche che hanno supportato le scelte metodologiche dell’intervento: protagonista del lavoro conservativo il Reliquario di San Galgano, integralmente smontato con la contestuale messa in sicurezza delle settantaquattro reliquie presenti.
Numerosi i danni subiti in seguito al furto. Fra questi i più evidenti erano la frattura del fusto dal piede, le deformazioni delle guglie e la perdita del primo rocchetto esagonale in smalto di giunzione con il piede, ricostruito attraverso una scansione da un’immagine di archivio. Altri piccoli elementi mancanti sono stati realizzati in resina con stampante 3D. Le facce del recto e del verso, decorate con smalti, sono state pulite e consolidate ed infine trattate con il plasma. La croce apicale, anch’essa perduta, è stata riprodotta dal maestro orafo Giovanni Raspini su modello di opere coeve.
L’allestimento, già ideato per la mostra tenutasi dal 7 dicembre 2022 al 18 febbraio 2023 nella Sala XVII della Pinacoteca dei Musei Vaticani, è stato progettato e realizzato da Opera Laboratori, e pensato fin da subito anche per l’esposizione nella Cripta del Duomo a Siena. Il catalogo è edito da Sillabe, Livorno. Con questa mostra viene così restituita alla Chiesa senese, alla Città e ai molti visitatori della Cattedrale, una significativa testimonianza dell’identità culturale, artistica e spirituale della città.
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