Cronologia della vita
25 marzo 1347 – Nasce a Siena, nel popolare rione di Fontebranda, Caterina Benincasa, ventiquattresima figlia di Lapo e monna Lapa Piagenti. La famiglia appartiene alla media borghesia senese; il padre è un tintore di panni e commerciante.
1353 – All’età di sette anni, mentre torna a casa, da fare visita ad una sorella, che abitava in Vallepiatta, nella via del Costone, Caterina ha una visione: sul tetto della chiesa di San Domenico vede il Signore Gesù vestito in abiti pontificali, seduto in trono. Insieme a Lui ci sono gli apostoli Pietro, Paolo e san Giovanni Evangelista. Da quel momento Caterina decide di consacrare la propria vita al Signore e il Papa sarà per lei “il dolce Cristo in terra”.
1359 – Caterina ha dodici anni e sua madre pensa che sia il momento di scegliere un fidanzato per lei. Lei però non si distoglie dai suoi propositi e si confessa con fra’ Tommaso della Fonte, un frate domenicano, suo parente e cresciuto nella numerosa famiglia Benincasa, poiché era rimasto orfano da piccolo. Tommaso le consiglia di prendere tempo e per questo le dice di tagliarsi i capelli, poiché per una ragazza del tempo, andare in giro con i capelli corti, voleva dire non avere buona reputazione. La madre Lapa è furibonda e impone alla figlia ribelle di dedicarsi ai lavori di casa e la priva della cameretta dove era solita ritirarsi a pregare. Il risultato non è quello che Lapa sperava. Caterina scopre che in ognuno di noi c’è una “cella segreta”, dove qualunque siano i lavori, in cui si è impegnati, in qualunque momento si può trovare Dio. Caterina dichiara a tutta la sua famiglia che è pronta ad essere la loro serva per tutta la vita, ma non acconsentirà mai al matrimonio, avendo già come sposo il Signore Gesù Cristo. Il padre Jacopo capisce che la scelta di Caterina non è una scelta infantile, ma la risposta ad “una chiamata dall’alto”.
1363 – Caterina entra a far parte delle Sorelle della Penitenza di san Domenico, il ramo laicale dell’Ordine dei Predicatori. Da quel momento ella indossa la tunica bianca e il mantello nero, dell’Ordine laico domenicano come era uso nel ‘300, pur vivendo in famiglia e non in convento. Le Sorelle dell’Ordine della Penitenza di san Domenico si riunivano a pregare nella Cappella delle Volte, della chiesa di san Domenico, tuttora esistente. Caterina prega molto ed esce di casa solo per andare alla messa nella chiesa dei frati predicatori, che si trovava vicino a casa sua.
1367 – Il Signore le appare in una visione e le dice di uscire e prendere parte alla vita della città. Inizia così per Caterina un periodo di intensa attività, sempre accompagnato da preghiere e penitenze, ma anche di impegno verso le categorie più deboli della città di Siena, come i malati, ricoverati nei nosocomi cittadini. “Verso i malati era di una pietà senza limiti”, scriveva di lei Raimondo da Capua; nei ricoverati negli ospedali cittadini Caterina curerà le ferite del corpo e dell’anima. Cercherà di convertire tenaci peccatori, cercherà di mettere pace tra le famiglie e tra le fazioni rivali della città di Siena, visiterà i carcerati. Intanto inizia a raccogliersi intorno a lei un gruppo di seguaci, uomini e donne, sia laici che religiosi, i quali, anche se più anziani di lei, la vedono come punto di riferimento e la chiamano “Mamma”, prenderanno il nome di “caterinati”.
1374 – La fama di Caterina come donna di pace e di dialogo si diffonde, in modo particolare attraverso i conventi dei domenicani. In quell’anno si tiene a Firenze, nel convento di Santa Maria Novella il capitolo generale dell’Ordine dei Predicatori, Caterina viene chiamata a Firenze e viene ascoltata dai padri domenicani riuniti nel capitolo; è lo stesso Maestro generale dell’Ordine, Elia da Tolosa che la vuole conoscere. In questa sede le viene affidato come direttore spirituale padre Raimondo da Capua, un domenicano, colto e fine diplomatico, discendente di Pier delle Vigne. Tornata a Siena si dedica all’assistenza dei malati colpiti da un’epidemia di peste che fece numerose vittime in città, tra questi anche alcuni nipoti di Caterina. Con l’assegnazione di Raimondo da Capua, come padre spirituale, inizia la vita pubblica di Caterina.
1375 – Nella primavera e inizio dell’estate, Caterina è a Pisa e a Lucca per cercare di dissuadere i governanti di queste due città ad unirsi alla Lega antipapale favorita da Bernabò Visconti signore di Milano. Il primo aprile di quest’anno Caterina riceve la stimmate nella chiesa di santa Cristina a Pisa. Intanto scrive lettere a governanti, al papa, a prelati, a semplici cittadini.
1376 – La situazione dell’Europa del tempo è molto complessa e travagliata. E’ in corso la Guerra dei Cento anni e la sede papale era ad Avignone, il papa è sotto l’egida del re di Francia, quindi non è libero e non ha quella autorevolezza che invece avrebbe dovuto avere. Caterina scrive varie lettere a papa Gregorio XI, mostrando l’urgenza di tornare a Roma, riformare la Chiesa e riappropriarsi della sua indipendenza e libertà di azione. Intanto la città di Firenze litiga col papa e per questo il papa emetterà l’interdetto contro Firenze. I signori di Firenze incaricano Caterina di andare parlare col papa affinché tolga loro l’interdetto. Caterina a fine maggio parte per Avignone, preceduta in questo da Raimondo da Capua. Caterina parla con il papa, con Raimondo che faceva da interprete, l’intervento per far togliere l’interdetto a Firenze fallisce, ma ella ottiene un risultato ben più importante: convince Gregorio XI a tornare “nel loco tuo”, cioè a Roma. Il 13 settembre Caterina e alcuni suoi amici che l’avevano seguita ad Avignone, cominciano a tornare verso l’Italia; il 3 ottobre arrivano a Varazze e nei giorni successivi raggiungono Genova. Qui si fermeranno a lungo perché alcuni suoi amici si ammalano. Alla fine di dicembre Caterina è di nuovo a Siena.
1377 – il 13 gennaio, il papa entra definitivamente a Roma. A Siena Caterina fonda un monastero nel castello di Belcaro, una fortezza messa a disposizione di lei da Nanni di Ser Vanni, un uomo da lei convertito. Alla fine dell’estate di quest’anno Caterina è a Rocca d’Orcia, ospite di Bianchina Salimbeni, per mettere pace tra due rami di questa famiglia in lotta per il possesso di un castello. Qui impara a scrivere e inizierà a scrivere il Dialogo della divina Provvidenza, o come lo chiama lei, il Libro. A Rocca d’Orcia si tratterrà fino alla fine del 1377.
1378 – il 28 marzo muore Gregorio XI, gli succede Urbano VI che vuole porre fine alla contesa con i fiorentini. Per questo troviamo Caterina di nuovo a trattare la pace con Firenze; il papa tolse l’interdetto, emesso verso la città di Firenze dal suo predecessore. Tornata a Siena verso la fine dell’estate si dedica alla composizione del Dialogo, che completerà nella prima metà di ottobre. Il 20 settembre di quell’anno si consuma a Fondi il Grande Scisma d’Occidente. I cardinali, per lo più francesi, si riuniscono a Fondi ed eleggono un loro papa nella persona del cardinale Roberto da Ginevra che prende il nome di Clemente VII. La Chiesa è divisa in due. Urbano VI è indebolito chiama a Roma i mistici del tempo per essere consigliato. Tra questi non poteva mancare Caterina da Siena che arrivò a Roma il 28 novembre e che fin da subito si era schierata per Urbano VI, il papa legittimo. Caterina non tornò più a Siena. E’ il periodo in cui va “tutte le mattine pellegrina a Santo Pietro a pregare per la navicella della Santa Chiesa”. Intanto da Roma continua a scrivere lettere ai governanti, affinché si schierino con papa Urbano VI, ma l’Europa cristiana si divide tra coloro che stanno con Urbano VI e coloro che si schierano con Clemente VII.
1380 – All’inizio di quest’anno Caterina è sempre più debole nel fisico. Il 29 aprile muore nella abitazione di Roma, in via di Santa Chiara, situata vicino alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva.
Gli onori dell’Altare
1461 – Caterina da Siena viene proclamata Santa da papa Pio II
1630 – Vengono riconosciute a santa Caterina le stimmate da papa Urbano VIII
1866 – Viene proclamata Patrona secondaria di Roma da papa Pio IX
1939 – Viene proclamata Patrona d’Italia, insieme a san Francesco d’Assisi, da papa Pio XII
1943 – Viene proclamata Patrona delle Infermiere d’Italia da papa Pio XII
1970 – Viene proclamata Dottore della Chiesa Universale da papa Paolo VI
1999 – Viene proclamata Compatrona d’Europa, insieme a santa Brigida di Svezia e a santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) da papa Giovanni Paolo II
Gli scritti
Caterina da Siena ci ha lasciato tre opere:
Il Dialogo, la sua opera dottrinale.
Le Lettere, 381 Lettere nella versione di Niccolò Tommaseo; 386 Nella recente versione che sta pubblicando l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo (ISIME).
Le Orazioni, 26 Orazioni scritte nell’ultimo periodo della sua vita.
I luoghi cateriniani
A SIENA E NEL TERRITORIO DIOCESANO:
Santuario Casa di Santa Caterina – Situato nel territorio di Fontebranda, il Santuario sorge dove si trovava l’antica dimora dei Benincasa, casa natale di santa Caterina. Fanno parte del Santuario anche il Portico dei Comuni, sorto in seguito alla proclamazione di Caterina Patrona d’Italia, la Chiesa del Crocifisso, che ospita il crocifisso ligneo dal quale Caterina ricevette le stimmate, e l’Oratorio della Cucina, lo spazio intorno al quale si svolgeva la vita domestica della famiglia Benincasa.
Basilica di S. Domenico – In questa imponente costruzione, ben visibile da diversi punti della città, Caterina ricevette la tunica della Mantellate e fu vista più volte in estasi. Oggi è qui conservata l’Insigne reliquia della Sacra Testa e un dito della Santa, il pollice della mano destra.
Salita del Costone – In questo luogo già dal ‘700 un affresco ricorda la prima visione avuta da Caterina a sette anni. Nel corso del tempo è stato rifatto per ben 3 volte a causa della sua collocazione all’aperto. L’ultima da Enzo Cesarini nel 1972, quando è stato protetto con una teca di vetro.
Santa Maria della Scala – All’interno dell’edificio, nato nel IX secolo come ospizio per i pellegrini e poi rimasti fino alla fine del secolo scorso uno dei più grandi e antichi ospedali d’Europa, è presente l’Oratorio di Santa Caterina della Notte, eretto nel luogo in cui la Santa era solita recarsi per pregare e riposare dopo aver portato aiuto e conforto alle persone ammalate.
Eremo di Lecceto – Fondato da un gruppo di eremiti in cerca di Dio che scelsero per sé stessi la regola agostiniana, dando origine all’Ordine degli Eremitani di S. Agostino, questo luogo fu conosciuto e frequentato da Caterina, che lo conobbe nel suo periodo di massimo splendore e che qui strinse amicizia con diversi frati, tra cui colui che diventerà poi suo padre spirituale, l’inglese William Fleete.
Certosa di Pontignano – Costruita nel 1343, i certosini vivevano qui in clausura. Nonostante ciò, questo luogo fu meta di ritiri spirituali per Caterina e i suoi discepoli. Uno di essi, Stefano Maconi, che era segretario di Caterina, dopo la morte di lei entrò nell’ordine e di Pontignano divenne priore. Alla Santa è dedicata oggi una statua nel giardino della Certosa.
A ROMA:
Basilica di Santa Maria sopra Minerva – Sono qui conservati i resti del corpo di Caterina, racchiusi in un sarcofago posto al di sotto della mensa dell’Altare maggiore. Sempre nei pressi della Basilica, in piazza Santa Chiara 14, è presente l’accesso per la Cappella del Transito, ricostruita nel 1637 con le stesse mura della camera in cui la Ella morì.
Chiesa di S. Caterina da Siena – L’edificio appartiene all’arciconfraternita dei Senesi, presente a Roma fin dal ‘300. Ogni anno, la Santa Messa celebrata segna simbolicamente la fine delle Feste Cateriniane.
Largo Giovanni XXIII – In quest’area, un tempo parte dei giardini di Castel Sant’Angelo, è stata posta nel 1962, su iniziativa del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Cateriniane, una statua dedicata a Santa Caterina, realizzata dallo scultore Francesco Messina.