A conclusione del Convegno diocesano <Noi ci siamo! I giovani guardano la Chiesa e raccontano la fede> , effettuato ad un mese di distanza del Sinodo dei giovani del Santo Padre, ha avuto luogo, domenica 4 novembre, alle ore 17, in Duomo, la Santa Messa presieduta da Monsignor Arcivescovo Antonio Buoncristiani, concelebrata da don Emanuele Salvatori, responsabile della Pastorale giovanile e da molti presbiteri diocesani ed allietata dai canti di alcuni cori di giovani delle varie realtà parrocchiali.
Nell’omelia l’Arcivescovo ha ribadito che il Convegno ha rappresentato una significativa tappa di riflessione per sottolineare l’importanza strategica dei giovani e delle famiglie nella trasmissione della fede e per riaffermare il bisogno di una nuova evangelizzazione già proclamata dal Concilio Vaticano II e raccomandata da Papa Francesco.
Prendendo spunto dalla lettura del Vangelo di Marco (12, 28b-34) Monsignor Buoncristiani ha indicato nella risposta di Gesù allo scriba il cuore del cristianesimo: l’amore verso Dio e verso il prossimo.
É il <comandamento dell’amore> l’essenza dell’essere cristiani, che <va oltre la vaga religiosità costituita da un po’ di preghiera e dall’osservazione del precetto festivo>.
Gesù ci chiede di imitare la perfezione di Dio nell’amore, amare Dio ed il prossimo nella stessa misura; il prossimo, chiunque ci è accanto nel quale il Signore si presenta concretamente.
L’esperienza della morte, le guerre, le ingiustizie spesso ci rendono difficile comprendere l’amore di Dio, il nostro egoismo può essere un ostacolo ad amare il fratello, a sperimentare la dipendenza reciproca.
Gesù si è posto come modello da seguire, nell’ultima cena ci ha lasciato un comandamento nuovo, di amarci l’un l’altro come Lui ha fatto.
La vita è un dono da fare agli altri: un ideale che sembra sproporzionato alle nostre forze.
Gesù con la sua morte e la sua resurrezione ci ha garantito un aiuto, ci ha donato la Parola ed i Sacramenti, il sostegno dello Spirito Santo.
Seguendo i suoi comandamenti ed il suo esempio, la strada dell’amore a Dio ed ai fratelli, sostenuti dalla preghiera, facciamo sì che anche per noi Gesù possa dire <Non sei lontano dal regno di Dio>- ha concluso l’Arcivescovo.