Sabato scorso 22 luglio 2023 si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione del chiostro e museo civico del complesso Abbaziale di Abbadia a Isola.
Un momento storico atteso e sentito sia da parte delle Istituzioni sia da parte del pubblico, soprattutto quello più sensibile alla salvaguardia e alla promozione del patrimonio architettonico, artistico, culturale del nostro territorio di Monteriggioni: territorio ponte lungo l’asse della Via Francigena Sigericana tra la Valdelsa e il Nord dell’ Europa, e Siena e il sud dell’Europa: Roma e Gerusalemme .
“Personalmente come parroco da 20 anni – scrive don Doriano Carraro– anche di Abbadia a Isola, già partecipe delle celebrazioni per il millennio della Abbazia dei Santi Salvatore e Cirino nel 2001, ho vissuto con commozione il traguardo del compimento del ricupero del complesso Abbaziale”.
“Al momento della benedizione – aggiunge Don Carraro – mi è venuto spontaneo ricordare che all’origine di tanta suggestiva bellezza architettonica, c’è stata una comunità di monaci benedettini, che all’insegna dell’ ” Ora et Labora”, sostenuti dalla carità e dalla fede della mecenate Contessa Ava dei Conti di Staggia , grazie a importanti maestranze, costruirono a metà del XII secolo Chiesa ed Abbazia sul lembo nord della palude lacustre che separava Monteriggioni dal vecchio Novun Borgum di Sigericana memoria”.
“Se il complesso Abbaziale – continua- è oggi ancora più importante è proprio perché si trova lungo la via Francigena. “Luoghi di sosta, pieni di memoria storica etno-culturale, come l’ Abbadia, – sottolinea – sono le più ricercate mete della variegata utenza pellegrina come anche dei visitatori turisti cui piace coniugare tempo libero e cultura”.
“Certamente, Chiesa, Abbazia, museo etno storico culturale, il borgo tranquillo, silenzioso e ordinato, – conclude Don Carraro costituiscono un polo architettonico e artistico di primo rilievo, dentro a un contesto paesaggistico unico, che aiuteranno le persone a rigenerarsi nella mente e nell’anima, e favoriranno il ricupero di valori fondanti per fare sempre meglio un buon cammino della vita, in cui Dio e l’uomo sono ancora unitamente presenti come lo furono per le generazioni passate”.