Grazie all’Opera della Metropolitana di Siena , tre vetrate della Bottega del Ghirlandaio saranno nuovamente visibili al pubblico nella ‘Cripta’ del Duomo di Siena a partire da domani 21 di aprile dopo un’opera di restauro realizzata in più tempi da Camillo Tarozzi e più recentemente da Angela Nenci e Caterina Pavolini, titolari della Vetreria La Diana con la collaborazione di Cesare Valenti della MetalProject.
All’evento di presentazione che si è tenuto questo pomeriggio hanno preso parte l’Arcivescovo Metropolita di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino Augusto Paolo Card. Lojudice, il Rettore dell’Opera della Metropolitana Guido Pratesi, il Direttore Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, Enrico Grassini, le restauratrici Angela Nenci e Caterina Pavolini e il responsabile di Opera Laboratori per il nuovo allestimento espositivo delle vetrate Piero Castri.
Le tre opere policrome in vetro soffiato e dipinte “a grisaglia” furono realizzate da maestri della Bottega del Ghirlandaio alla fine del XV secolo per la chiesa di San Francesco a Colle val d’Elsa per essere poi cedute all’Opera della Cattedrale.
A Siena arrivarono nel XIX secolo. Furono montate nel transetto destro, a lato dell’altare del Santissimo Sacramento e in quello sinistro accanto all’ altare di Sant’ Ansano dopo un adattamento alle dimensioni delle monofore mediante un coronamento in vetro colorato.
Nel 1998 venne smontata dal telaio ottocentesco quella posta nel transetto destro e il restauro affidato nel 2001 a Camillo Tarozzi per poi rimanere conservata in speciali casse fino al 2019 quando fu deciso dall’Opera del Duomo di restaurare anche quella posta sul transetto sinistro affidando il lavoro ad Angela Nenci e Caterina Pavolini, in collaborazione con Cesare Valenti.
Il restauro completo è stato compiuto utilizzando un laboratorio temporaneo, allestito negli spazi dell’Oratorio di San Giovannino e S. Gennaro dove le restauratrici ed il fabbro hanno portato a termine il delicatissimo lavoro sotto il controllo dell’allora Soprintendente Andrea Muzzi coadiuvato dalla funzionaria Letizia Nesi.
Terminati i restauri è stato deciso di musealizzare le opere all’interno della ‘Cripta’ del Duomo con il progetto di allestimento affidato dall’Opera della Metropolitana all’Arch.Piero Castri di Opera Laboratori che ha concordato con l’Ufficio Tecnico della Fabbriceria la realizzazione di grandi telai metallici atti a modificare la parte sommitale, mediante calandratura del telaio maestro, al fine di sottolineare la proporzione armoniosa dell’ogiva medievale.