E’ tornato nel territorio di Provenzano il Palio dipinto dal senese Massimo Stecchi; se lo è aggiudicato, infatti, l’Imperiale Contrada della Giraffa, che ha portato in via delle Vergini quel <cencio> che aveva riscosso calorosi applausi,, insieme a qualche critica, al momento della sua presentazione, il 26 giugno, nel cortile del Podestà.
Merito del fantino Giovanni Atzeni, detto Tittia, che, con intelligenza e determinazione, ha combattuto fino all’ultimo istante, insegnandoci che nella corsa del palio, come nella corsa della vita, non dobbiamo arrenderci mai.
Il pomeriggio del 1°luglio il drappellone era stato accolto nella Basilica di Provenzano e presentato alla Madonna, alla quale è dedicata la carriera di luglio, da una folla immensa e da tantissimi bambini.
E’ stato bello vedere, in quel giorno, tanti piccoli che hanno risposto all’invito di don Enrico Grassini, parroco di Provenzano, ad essere presenti alla benedizione del Palio nell’Insigne Collegiata dedicata a Maria Advocata Nostra.
<Con fede ripetiamo un gesto secolare di amore alla Madonna-ha detto il sacerdote, felice e commosso per la partecipazione di un grandissimo numero di bambini delle contrade- gesto sottolineato dal suono argenteo delle nostre chiarine, gesto antico dal quale prende origine la tradizione del Palio>.
<Il drappellone, rivolto verso Maria, in un’atmosfera di assoluto silenzio interrotto solo dal suono delle chiarine sta a significare che è Suo, da questo gesto noi traiamo la linfa vitale della nostra tradizione: il contenuto vero, l’essenziale, invisibile agli occhi>-ha continuato don Enrico.
Poi ha sottolineato il colore presente nel Palio di Stecchi, dove il cielo di un azzurro lapislazzuli, un azzurro regale, ricorda il manto che la Madonna ha steso sopra la nostra città, ieri, in quel settembre 1260, ma che è pronta, con sentimento materno, a stendere anche oggi, davanti a nuove battaglie di Montaperti, se invochiamo con fede la sua protezione.
<Quel cielo che sembra oscurarsi-ha detto don Enrico- è, tuttavia, costellato da stelle, sono i bambini delle nostre contrade che apprendono dai senesi, dai contradaioli, i valori di un rito, religioso e laico, che ci proietta al di là del tempo e dello spazio, che ci fa gustare, per quattro giorni, il lusso dell’eternità, come ha affermato nel suo ultimo libro sul Palio, un amico, un grande senese, il professor Duccio Balestracci>.
Ringraziando le autorità presenti, il Sindaco ed i fedeli tutti, il parroco di Provenzano si è detto fiducioso che queste nobili tradizioni continueranno, sicuro che Maria, Regina della nostra città, non ci farà mancare, come nel passato, il suo aiuto.
La stessa Basilica, nata dalla passione, dall’amore dei senesi, che avevano perduto la loro indipendenza, feriti come l’immagine della Madonna, ci ricorda che Maria è riuscita a far rialzare Siena, che, grazie a Lei, la città ha mantenuto la sua identità.
Ed una Siena che ama la Vergine e le sue tradizioni, perché riconosce il proprio passato, è speranza di un futuro migliore.
Anche Monsignor Arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, alla sua prima esperienza paliesca, ha più volte sottolineato il legame tra la Madonna ed i suoi figli.
Lo ha fatto il 2 luglio, nella Basilica di Provenzano, durante l’omelia della Santa Messa solenne da lui presieduta, concelebrata dai Correttori delle Contrade, animata dal Coro dei Madrigalisti senesi, che ha avuto luogo a poche ore di distanza dalla celebrazione eucaristica in Piazza del Campo.
<Che la Vergine ci aiuti a crescere nella fede, a percorrere un cammino di carità, Lei, giovane donna dell’obbedienza, donna dell’accoglienza e dell’attesa, donna di fede profonda, donna capace di custodire grandi cose nel proprio cuore, alla cui scuola dobbiamo apprendere la docilità e la dimensione contemplativa, che devono caratterizzare anche i momenti più oscuri della nostra vita>-ha detto Monsignor Lojudice- invitando i fedeli a <tornare a casa con il Magnificat nel cuore>.
E ad innalzare lodi alla Madonna nel giorno della grande festa senese l’Arcivescovo aveva invitato tutti i presenti alla Messa del fantino, celebrata nella Cappella di Piazza con i Correttori delle Contrade partecipanti al Palio.
Salutando i dirigenti di contrada, le autorità, i confratelli sacerdoti, i senesi, gli <abitanti di questa bellissima città> ed i turisti di passaggio, aveva, infatti, augurato a tutti una giornata di gioia, scandita dall’ innalzamento di un canto di lode a Maria, vera protagonista della festa.