“Ho avuto l’opportunità di partecipare allo spazio “Ecumenismo e Dialogo Interreligioso” del convegno Mediterraneo che si tiene in questi giorni a Firenze e raggiungerà il culmine con la presenza del presidente Mattarella domenica prossima”. Scrive il diacono Renato Rossi, responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino, che ha preso parte ai lavori.
“Nella città di Giorgio La Pira – aggiunge ROSSI – non poteva non essere affermata la centralità del “dialogo” a tutti i livelli come strumento efficace per affrontare ogni conflittualità – con esplicito riferimento anche alla situazione in Ucraina – e per progredire in ogni esperienza relazionale, specialmente fra diversi per cultura, religione, economia, etnia, ecc”.
“Si riscontra anche oggi – sottolinea – la necessità in primis di una riconciliazione dell’uomo con l’uomo – come affermava p. Balducci – per poi aprire ad altri aspetti, fra cui quello ecumenico ed oggi anche interreligioso, considerato il fatto che viviamo in un villaggio globale dove circolano liberamente non solo le merci; ma questo va visto come ricchezza per il genere umano. E questi due anni di pandemia hanno evidenziato la necessità di entrambi confermata l’attualità, nonostante i suoi venti anni dalla firma, della Charta Oecumenica per la nostra Europa, alquanto travagliata in questo momento, come emerso anche durante la sua celebrazione ecumenica fatta in diocesi l’anno passato, un documento i cui desiderata sono ancora da mettere in atto”.
“Il dialogo fra le Religioni – prosegue – poi richiede una maggior consapevolezza della propria fede, un suo crescente approfondimento, come pure l’accoglienza sincera della fede dell’altro e soprattutto il rifiuto di ogni forma di proselitismo. Significativo il progetto fatto dalle Comunità Islamica ed Ebraica di Firenze, in collaborazione con il Comune per i loro bambini in età scolare; terreno certamente preparato dall’attività ecumenica anche della Chiesa Cattolica, incessante ed intensa svolta in tutta la Toscana a partire dal Concilio. Come non ricordare don Luigi Mori che mosse i primi passi nella nostra diocesi sin dalla seconda metà degli anni 40”.