Si è tenuta lo scorso 30 marzo 2022 una conversazione nella Aula Magna Storica dell’Università di Siena sul tema “Il cibo per ebrei, cristiani e musulmani”, promossa dalla sezione senese dell’Accademia Italiana della Cucina. Sorta nel 1953 per salvaguardare le tradizioni culturali culinarie italiane è diventata Istituzione culturale nel 2003. Dopo i saluti del Magnifico Rettore, e i ringraziamenti del presidente Scarampi, il prof. Ventura ha introdotto e moderato i vari interventi. Miriam Camerini, regista e studiosa ha esordito riferendosi alla creazione secondo il racconto di Genesi sottolineando verbi come fruttificare anche riferito alla prima coppia, al possedere e custodire la terra, al serpente come a una sorta di lievito che apre la coppia alla trasgressione e quindi a mettere in atto i comandamenti ricevuti. Di grande attualità poi il fatto che l’odio fra fratelli portasse Giuseppe in Egitto e a farlo diventare potente per il grano che può vendere, sfamare, ma ridurre in schiavitù e come la celebrazione della Pasqua in Esodo inviti a mangiare il capretto insieme come famiglia, parenti, amici, ospiti. Don Roberto Bianchini rettore della Cappella Universitaria ha fatto in particolare riferimento all’uso di alimenti nella prassi sacramentale: il sale, l’acqua, l’olio, il bergamotto e soprattutto il pane e il vino che diventano “presenza” di Dio in mezzo a noi. Ha raccontato altresì un’iniziativa fatta con un gruppo di giovani romani durante la quale hanno cercato di fare esperienza del cibo con tutti i sensi, cosa che specie oggigiorno abbiamo perso; pensiamo però al rumore dei bicchieri che si toccano durante il brindisi perchè tutti i sensi partecipino alla gioia. Izzedin, imam della Moschea di Colle e preside della Scuola delle Religioni di Firenze si è posto in continuità con le altre tradizioni, in quanto è la più recente e come si legge nel Corano, molto di ebraismo e cristianesimo è accolto “mangerete della gente del Libro perchè così creerete ponti”, di cui c’è veramente tanto bisogno. Ha portato anche la sua esperienza di padre di tre figli nati e cresciuti a Firenze che per esempio gradiscono poco i piatti tradizionali della Palestina da dove proviene ma che prediligono hamburgher e panini come tutti i loro compagni di scuola. Queste sono problematiche connesse al fenomeno dell’immigrazione. Ha detto poi che sta per iniziare il Ramadan, il mese durante il quale non si può mangiare e bere dall’alba al tramonto, un digiuno del quale Dio non ha bisogno ma che serve a chi lo pratica, specialmente se lo si accompagna alla preghiera ed all’elemosina. Un trinomio questo molto caro anche al nostro tempo di quaresima.