Sabato 20 luglio ha avuto luogo, nella chiesa di San Cristoforo, alle ore 18.30, la recita del Santo Rosario per i cristiani perseguitati.
È un appuntamento che il Comitato Nazarat ripropone mensilmente per ricordare con la preghiera le tante persone condannate a morire, in varie parti del mondo, per essere cristiane, vittime di una persecuzione sempre più atroce, martiri dei nostri giorni.
<In tanti Paesi i cristiani non hanno diritti. Se porti una croce, vai in galera e c’è gente in galera; c’è gente condannata a morire per essere cristiani o uccisi e il numero è più alto dei cristiani dei primi tempi>(Papa Francesco,video-messaggio marzo 2019).
Nell’incontro, prima del Santo Rosario, è stato ricordato, in particolare, Badal Masih, un bambino cristiano di 11 anni, ucciso dal padrone per un euro a Faisalabad, in Pakistan.
Il piccolo lavorava come raccoglitore di rifiuti nella discarica di un musulmano per aiutare la famiglia in precaria situazione economica: veniva pagato con pochi centesimi al giorno, circa 50-100 rupie, equivalenti a 0,28-0,56 Euro.
Per provvedere a delle spese necessarie alla sopravvivenza dei suoi familiari aveva chiesto un prestito di 180 rupie (un Euro) al suo datore di lavoro.
Il padrone lo aveva, però, redarguito e molestato perché non era stato risarcito in tempi brevi; Badal, tornato a casa, aveva chiesto alla madre 150 rupie ed era tornato alla discarica per ripagare il debito, comunicando la sua intenzione a lasciare il lavoro.
L’affronto del bambino ha fatto infuriare il proprietario della discarica: è stato picchiato con ferocia e colpito alla testa con spranghe di ferro, è morto per le botte ricevute.
La madre, accorsa sul posto, non vedendo tornare il figlio, ha assistito al suo pestaggio.
Le sue urla disperate hanno richiamato l’attenzione dei vicini che hanno allertato la polizia, la donna ha sporto denuncia contro il datore di lavoro che, insieme al fratello, aveva massacrato il bambino, ma i due uomini si sono dati alla fuga.
Joel Amir Sohotra, ex parlamentare cristiano, condannando con forza questo atto disumano, ha affermato <…Questa è la mentalità malata della nostra crudele società, che non considera i membri delle minoranze come esseri umani e per questo li tortura se essi rifiutano di obbedire, sapendo inoltre che nessuno si alzerà a difendere queste povere creature> ed ha chiesto al governo di adottare azioni severe contro tali crimini, assicurando i colpevoli alla giustizia.
La madre racconta che Badal era un bambino molto obbediente, che voleva guadagnare qualcosa per darle una mano nel sostenere la famiglia, in estremo disagio, con il padre tossicodipendente e senza lavoro. <Questi crudeli padroni– ha detto- hanno spezzato la sua vita senza motivo. Le mie lacrime saranno asciugate solo quando i colpevoli verranno puniti con severità e condannati a trascorrere tutta la vita dietro le sbarre per il peccato che hanno commesso contro il mio innocente figlio>.