Il miracolo di Siena visto con gli occhi dei fedeli

Le impressioni e le emozioni dei tantissimi fedeli che hanno fatto visita alla Basilica di San Francesco, dove sono custodite le Sacre Particole, tutte raccolte in un libro. In un articolo sul settimanale diocesano sono state pubblicate alcune delle tantissime testimonianze raccolte sul “Miracolo Eucaristico”. Basta sfogliare qualche pagina del libro a pochi passi dall’entrata della Cappella che custodisce il “Miracolo eucaristico”, per farsi un’idea del legame tra i pellegrini e le Sacre Particole. È uno spaccato di mondo ampio e variegato quelle che emerge nel libro dei fedeli. E dentro puoi trovarci di tutto: ci sono i credenti e quelli in ricerca; gli sposati e quelli separati; quelli che “gridano” la loro gioia e quelli che invece fanno i conti con una malattia, con la morte di un caro, con una delle tante difficoltà della vita di ogni giorno. Il nostro viaggio tra le voci dei fedeli inizia con Lucia e Nicola, una coppia di giovani sposi, che il 10 giugno scrive: «Caro Gesù, siamo giunti a Siena dopo il nostro matrimonio. Benedici la nostra unione e fa’ che ci possiamo amare per sempre». Un messaggio che compare - seppur in diverse forme - in molte altre pagine. E te ne accorgi quando, sfogliando poco a poco il libro, ti imbatti in pensieri come quello di Emma e Luigi, una coppia di fidanzati che ringrazia il Signore dicendo: «grazie, per averci fatto incontrare»; o ancora, come nel caso di una famiglia che - seppur rimanendo anonima - scrive «da qualche anno con noi è arrivato anche Jacopo. Affidiamo a te, San Francesco, la nostra famiglia per essere aiutati a trovare sempre la strada dell’amore, della fede e della carità». Ma non solo. C’è chi chiede per sé e i propri cari «una vita più serena», chi prega per un amico che non c’è più o che sta affrontando una malattia; e poi c’è chi - come Alessia - guardandosi indietro sospira: «Oggi sono qui e ringrazio di esserci, di essere viva». Non mancano ovviamente le “classiche” preghiere per la pace nel mondo; ma non mancano neppure quelle più personali, profonde e forse per questo anche più autentiche. È il caso di Chiara, una studentessa universitaria, che scrive: «Signore sono stata tanto lontana dalla Chiesa ed ora ho bisogno di ritornarci. So che tu sarai misericordioso con me»; ma è anche il caso dei tanti, tantissimi, pellegrini che rimangono colpiti dalla vista delle Sacre Particole. «Grazie Signore per questo miracolo che avviene sotto i nostri occhi» dicono alcuni fedeli di Bologna; mentre Daniela aggiunge: «in questo luogo ci sentiamo ancora più vicini a Te e le tue SS. Mani ci accarezzano». Parole che sembrano anticipare quanto afferma, qualche pagina dopo, Stefano: «sono pochi i giorni in cui bastano alcuni momenti per provare un’emozione che poi rimane per tutta la vita. Questo è uno di quelli». Di tutti i messaggi che abbiamo letto, ce n’è uno in particolare che vogliamo ricordare. Chi lo scrive decide di non firmarsi. E non si prodiga neppure in preghiere, ringraziamenti o quant’altro. Eppure va dritto al punto. «Dio è morto, diceva Nietzsche. No, Dio è vivo». Eccolo il riassunto perfetto ed estremo che cercavamo e che racchiude in sé il significato-primo non solo dell’Eucarestia e del Miracolo di Siena; ma dell’intero Anno pastorale. Un Anno di sostanza, di presenza, di vita appunto.