La solenne apertura dell’Anno Eucaristico
Il messaggio dell’Arcivescovo in occasione del Corpus Domini di giovedì 19 giugno 2014
Come è oramai tradizione – questa sera, nel giorno proprio della festa del Corpus Domini -, abbiamo portato in trionfo l’Eucaristia per le strade della nostra Città nella visibilità del “pane consacrato” nel 1730 (quasi 3 secoli orsono) che misteriosamente è rimasto prodigiosamente incorrotto, offrendoci concretamente un segno di una “Presenza” che sfida il trascorrere del tempo, al di là delle leggi fisiche e chimiche della materia organica del pane che normalmente si rovina o si riduce in polvere in pochi anni. Studiandone attentamente la documentazione archivistica, si tratta davvero di un prodigio straordinario, perché in questo lungo tempo tutto quanto è avvenuto avrebbe dovuto far prevedere il contrario: l’abbandono delle Particole consacrate per i primi 50 anni in un corporale e in una scatola quasi dimenticata in un recesso del tabernacolo; poi, per documentarne l’autenticità e con successive ispezioni per accertarne la conservazione, sono state sigillate in contenitori che non impedivano l’aggressione di parassiti e di muffe (che invece sono stati rilevati solo nell’interno del loro cristallo); non sono mancati ripetuti furti e incidenti dei preziosi ostensori; tutto complicato dagli avvenimenti politici e bellici (invasione napoleonica, unità d’Italia) che hanno visto la trasformazione del Convento e della Chiesa di San Francesco, passati dai Francescani in diverse mani, diventando poi sede del Seminario; e infine non sono mancati due interminabili lavori di risistemazione dell’edificio sacro. Di fatto è solo nel 1914, alla vigilia di due successive drammatiche guerre mondiali, che - con l’analisi scientifica delle SS. Particole - che ne accertò la perfetta conservazione, questo straordinario prodigio venne comunicato al mondo intero come un “miracolo eucaristico” unico nella storia. Il miracolo è segno di un intervento straordinario di Dio che provoca la nostra fede, offrendoci l’occasione per rafforzarla. Non ha lo scopo di sbalordire, di soddisfare la curiosità o di rispondere alla sete di novità. In continuità con i miracoli operati da Gesù durante la sua vita terrena, essi ci vengono dati unicamente per aprire e per educare alla fede i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà, come manifestazione della potenza di Dio e del suo amore che viene incontro alla nostra debolezza e fragilità.Sono una specie di provocazione alla riflessione, per far maturare la nostra fede cogliendo la presenza continua di Dio nella storia umana e anche in quella nostra personale. Se posso fare un paragone, il miracolo è una specie di fiammifero che può accendere la lucerna della fede a condizione che non manchi l’olio della predisposizione dell’intelligenza e della disponibilità del cuore a ricercare la verità. La fede, pur non contrastando con la ragione, è sempre un dono gratuito di Dio che va invocato ed accolto liberamente. Nel suo rapporto d’amore con l’uomo, Dio non ha voluto imporsi con l’evidenza della ragione e dei miracoli, ma si rivolge alla nostra libertà che Lui stesso ci ha voluto donare. Ne consegue che questo prodigio eucaristico ci è offerto come sostegno per passare alla comprensione più profonda di quel miracolo permanente, ma a volte disatteso per la sua ordinarietà, della sua presenza reale nel dono sacramentale dell’Eucaristia che ci è dato come alimento di vita eterna. Concludo sottolineando come portare in trionfo l’Eucaristia per le strade della nostra città, deve manifestare il proposito di inserire concretamente la nostra fede nel tessuto diversificato, ma fondamentale, della vita quotidiana. Quanta incredulità, dolore e persino disperazione, racchiudono le strade d’una città! Con il nostro gesto le abbiamo consegnate a Gesù, assieme ai tanti progetti e speranze tradite che portano gli uomini a rinchiudersi nella solitudine del proprio “sepolcro”. Chiediamo al Signore di continuare a “bussare con insistenza” all’uscio di ogni cuore perché si apra alla luce della Salvezza che ci è venuto a portare. Questa sera desidero ricordare a tutti voi come ieri - 18 giugno - ricorrevano due importanti anniversari per la nostra Chiesa: il 75° della proclamazione di S. Caterina a Patrona d’Italia (assieme a S. Francesco) da parte di Pio XII e il 70° dell’ultimo “atto di affidamento” della nostra Città alla Madonna del Voto nel 1944. Alla Maria Santissima e a Santa Caterina affidiamo il buon esito del nostro “Anno Eucaristico” durante il quale non mancheremo di ricordarle con qualche particolare celebrazione.
Mons. Antonio Buoncristiani
Arcivescovo di Siena - Colle di Val d’ Elsa - Montalcino