Un piccolo cammino,un itinerario di riflessione e preghiera, da pellegrini, dalla Basilica di San Francesco alla chiesetta dell’Alberino fino a raggiungere la Basilica dell’Osservanza, quello effettuato sabato 14 settembre, in preparazione al 4 ottobre, giorno in cui la nostra Arcidiocesi, insieme a tutta la Chiesa della Toscana, sarà presente ad Assisi per offrire l’olio per la lampada posta sulla tomba di San Francesco.
Un cammino che, come ogni pellegrinaggio, rappresenta il percorso della vita, la fatica di ogni giorno, il bisogno di una meta, le soste lungo la via, una strada da percorrere insieme.
Questo ci ha ricordato l’ Arcivescovo Paolo Augusto Lojudice all’inizio dell’itinerario francescano, alla prima statio nella Basilica di San Francesco, dove la parola del profeta Isaia, la lettura dei Fioretti del serafico Santo, la recita di preghiere ci hanno esortato ad affrontare il cammino.
Qui la prima statio: la Pace, quella pace che il grande Santo di Assisi predicò anche nella nostra città, dilaniata da odio e rancore,come avveniva ( e spesso avviene) in tempi difficili della storia.
Nella piccola chiesa di San Francesco all’Alberino la seconda statio: la Luce.
Varie fonti ci attestano la presenza tangibile del Santo in questo luogo, i giorni senesi trascorsi per curare la sua malattia agli occhi, ma soprattutto per portare un’altra luce capace di combattere il buio della fede, di risanare una cecità più grave di quella fisica, guardando ed amando con gli occhi del cuore.
Ed è proprio in questo periodo (anno 1226) e nella nostra città che San Francesco,ormai negli ultimi mesi della sua vita terrena, scriverà il piccolo testamento, seguito poco più tardi da un testamento più ampio redatto a Santa Maria degli Angeli in Assisi.
Nel piccolo testamento (o testamento senese) vi è la sintesi di tre valori amati dal Santo: la povertà, la fraternità con al centro l’ecclesialità, tre valori da coniugare insieme in una visione olistica- ci ha detto padre Marco Bellachioma, Rettore della Basilica di San Francesco, nella sua catechesi nella chiesetta.
Amare la povertà, tanto da restituire a Dio tutto ciò che di buono possediamo, senza farne alcun vanto.
Amare i fratelli accogliendoli come dono del Signore, dimostrando un amore gratuito, correggendoli, ove necessario, con fraterna carità.
Amare la Chiesa con totale obbedienza, vedendo in ogni suo membro, in ogni sacerdote, anche se peccatore, il Figlio di Dio.
Infine la terza statio : riflessione sulla Croce, presso la Basilica dell’Osservanza, dove è stata celebrata la S. Messa, presieduta da don Enrico Grassini, delegato diocesano per il pellegrinaggio ad Assisi e concelebrata da sacerdoti e religiosi della Chiesa di Siena.
Nel giorno della festa liturgica dell’Esaltazione della Croce è stato sottolineato questo simbolo di sofferenza ed amore, due elementi inscindibili che possono purificarci,la Croce <scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani>, strumento di salvezza per l’umanità, la Croce che S. Francesco ha abbracciato portandone anche i segni(come altri santi) nel proprio corpo.