Il responsabile del servizio ecumenismo dell’Arcidiocesi, il diacono Renato Rossi, ha preso parte alla Giornata di Dialogo con l’Ebraismo della Chiesa Cattolica, che si è svolta martedì 27 febbraio presso la Sinagoga di Siena.
Lamberto Piperno, a nome della Comunità Ebraica ha fatto gli onori di casa. Nel suo intervento, invece, il diacono Rossi ha ringraziato per l’accoglienza e portato i saluti dell’arcivescovo. “Ho auspicato – racconta – che presto inizino i lavori di consolidamento dell’aula della sinagoga inagibile a seguito del terremoto del febbraio dell’anno scorso. Ho quindi introdotto l’incontro di dialogo fra ebrei e cattolici che trova le sue origini nel documento Nostra Aetate del concilio Vaticano II, ma prima ancora nello storico incontro fra Giovanni XXIII e Jules Isaac, ebreo francese scampato in modo provvidenziale alla Shoah, che auspicava l’abbandono del disprezzo verso gli ebrei che insieme alle tesi del deicidio e della sostituzione l’avevano probabilmente favorita”.
“Non potevo non ricordare – aggiunge Rossi – anche il ruolo che ebbe Maria Vingiani nell’agevolare l’incontro fra i due e nell’istituire la giornata che noi ieri abbiamo celebrato. Il rabbino Tedeschi ha presentato il brano del profeta Ezechiele, immagine “macabra” di ossa secche destinate a rivivere, come detto dal Signore; solo immagine poetica o realtà? Certo un messaggio di forte speranza anche per il tempo che stiamo vivendo. Un brano, questo di Ezechiele, che ci esorta a sapere guardare oltre, la nostra fede e soprattutto la fedeltà di Dio ci sono di sostegno nel quotidiano. In chiusura anche un pensiero sofferto a quanto è accaduto il sette ottobre e quello che ha scatenato. Unanime la preghiera perché ci sia Pace”.