Notevole interesse ha suscitato nella popolazione ilcinese l’uscita del libro di Gabriele Cortonesi e Friederike Strunz dal titolo “La triste rubrica” – Internati di Siena e Provincia nei lager nazisti 1943-45, edito da Extempora. Gabriele Cortonesi, nato a Siena nel 1962 (appassionato di arte e storia, interessato specie negli ultimi anni alle vicende storiche del Comune di Sovicille dove vive) e Friederike Strunz (nata a Furth in Germania nel 1963 e residente da sempre a Veitsbronn), si sono conosciuti nel 2006 in occasione del gemellaggio dei due Comuni di residenza e, condividendo lo stesso interesse per la storia, dopo un lungo periodo di collaborazione hanno deciso di pubblicare l’opera “La triste rubrica”: la ricerca effettuata per la realizzazione del testo li ha portati a visitare numerosi archivi e lager in Germania, Polonia e Austria, consentendo loro di osservare da un punto di vista storico l’evoluzione dell’operato tedesco nei sei anni della Seconda Guerra Mondiale.
Ma perché a Montalcino (come, d’altra parte, siamo convinti che anche a Siena e negli altri Comuni della zona) il libro ha suscitato questo largo interesse? Presto detto. Tra le 1300 persone che nel Senese furono deportate nei campi di sterminio nazisti ci sono tre uomini che a Montalcino hanno lasciato una traccia indelebile, specie nelle generazioni non più giovani che li hanno conosciuti e stimati. Si tratta di Spartaco Cappelli, Meriy Paccagnini, Emilio Marconi e Soccorso Boccardi. Ci spiace non poter descrivere le vicende dei molti montalcinesi che furono catturati dai militari tedeschi e portati nei campi di concentramento, il più delle volte a lavorare per le fabbriche che avevano un’importanza strategica in campo militare: di alcuni di questi purtroppo si sono perse le tracce e non sono più tornati. Vogliamo invece concentrare la nostra attenzione su quel gruppo di uomini che furono catturati da civili e subirono la deportazione nei campi di sterminio nazisti. Uno di questi è Spartaco Cappelli, nato a Montalcino nel 1921: catturato per ragioni politiche il 18 febbraio 1943, dopo aver trascorso alcune settimane da prigioniero in diverse carceri italiane (Siena, Parma…) fu deportato al KZ Mauthausen il 18 giugno 1943 insieme a Meriy Paccagnini, Emilio Marconi e Soccorso Boccardi. Per alcuni mesi Spartaco venne mandato a lavorare all’aeroporto militare di Wels, sotto-campo del KL Mauthausen Gli venne assegnata la matricola 2115; rimase in questo campo fino alla liberazione avvenuta l’8 maggio 1945 e fu rimpatriato il 2 luglio dello stesso anno. Più o meno similari furono le tristi vicende a cui andarono incontro anche Mariy Paccagni, Emilio Marconi e Soccorso Boccardi. Pur non volendo cadere di proposito nella retorica, non possiamo che ricordare questi montalcinesi che, con il loro sacrificio, hanno contribuito a ridare all’Italia la libertà perduta e a ripristinare le garanzie democratiche venute meno nel periodo fascista.