<I credenti devono rendersi conto che la loro responsabilità è reale. Non è tutto automatico. Le persone spesso ritengono tutto scontato, ma non è così. E questo dipende dal nostro modo di raccontare quello che facciamo>. Mauro Salvatore, economo generale della Cei, a pochi giorni dal convegno nazionale degli economi e dei direttori degli uffici amministrativi delle diocesi italiane dello scorso febbraio ha chiarito il suo intento. Nel corso della relazione del convegno su <La gestione delle risorse alla luce delle nuove norme civili ed ecclesiali> il numero uno degli economi è stato chiaro, perché non si comunica ancora abbastanza quello che si realizza con i fondi dell’8xmille.
<Pubblicare le cifre – ha spiegato – non è più sufficiente, perché l’opinione pubblica non si forma in questo modo un’idea precisa di quello che effettivamente si realizza. E poi, non è la stessa cosa rendere conto dell’utilizzo dell’8xmille all’interno della comunità cristiana e fuori>. Ecco spiegato il perché in queste settimane sulle pagine di Toscana Oggi, il nostro settimanale diocesano, ma anche sul sito dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino e sui canali social avete trovato e troverete notizie relative al rendiconto 8xmille dello scorso anno. Le cifre non bastano. Abbiamo raccontato quello che tutti coloro che beneficiano dei fondi dell’8xmille hanno fatto e stanno facendo. Ogni ufficio di curia, ogni settore, ogni parrocchia, finanche il Vescovo. Consapevoli che <pubblicare le cifre non è più sufficiente> abbiamo provato a raccontare un anno di attività dando parola ai protagonisti, a coloro che hanno ricevuto i fondi dalla Cei per portare avanti le proprie attività, convinti che, come ha affermato lo stesso generale della Cei: <C’è ancora fiducia nella Chiesa italiana>. In queste pagine troverete anche una tabella esplicativa che mostra cifra dopo cifra e voce dopo voce l’impiego dell’8xmille. Dai 150mila euro impiegati per il funzionamento della Curia, del Centro Pastorale e delle attività degli Uffici Pastorali alle200mila euro adoperate per l’esercizio del culto (costruzione di nuovi complessi parrocchiali), senza dimenticare l’Esercizio della cura delle anime, la Formazione del clero, gli Scopi missionari, il Contributo al servizio diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa per un totale di un contributo distribuito di 580.586,69 euro.
Una buona fetta, quest’anno, è stata impiegata per interventi caritativi (559.814,30 euro che conta anche gli oltre 400mila euro spesi per la creazione del nuovo centro Caritas dell’Arbia), perché come ha ricordato mons. Donato Negro (presidente Comitato Cei per il sostegno economico alla Chiesa) <l’utilizzo delle risorse economiche di cui la Chiesa ha bisogno non può contraddire, anzi deve profondamente misurarsi con la povertà, che vale per i fedeli e per l’istituzione>.
Su questo fronte, anche per il prossimo anno, l’impegno della Cei non rallenta. Finanziare 131 progetti in 3 continenti con 18.982.766 euro provenienti dai fondi dell’8xmille Cei. È quanto ha deciso il Comitato per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo nell’ultima riunione, tenutasi il 25 e 26 maggio a Roma, presso la sede Cei (via Aurelia 468). La ripartizione dei finanziamenti, riporta CeiNews.it, è così composta: 9.647.116 euro per 52 progetti in Africa; 3.488.007 per 53 progetti in America Latina; 4.997.643 per 25 progetti in Asia; 850.000 euro per 1 progetto in Medio Oriente. Tra i progetti finanziati in Africa, CeiNews ne segnala quattro: in Kenya, un progetto formativo per qualificare funzionari del governo, delle organizzazioni civili e della società nella ricerca di politiche orientate allo sviluppo umano integrale; nella Repubblica Democratica del Congo, sostegno alla ristrutturazione del Centro sanitario di PataKibunda, indispensabile per la tutela della salute in una zona rurale, lontana dai grandi centri e da altre strutture sanitarie; in Sud Sudan, la realizzazione di un centro per la promozione della donna e la tutela dei bambini nella diocesi di Juba; in Uganda, potenziamento della struttura educativa di Bukuumi, dove anche le giovani donne – prima escluse – possono accedere ad una istruzione qualificata. Due le segnalazioni che riguardano l’America Latina: in Brasile, la ristrutturazione e il potenziamento della Casa de Betania a Rio de Janeiro, in modo che la struttura possa garantire un’assistenza medica adeguata agli anziani ospiti e a quelli del territorio limitrofo; in Colombia, un progetto per offrire a 400 giovani tra i 13 e i 16 anni, con deficit a livello motorio, visivo, uditivo, cognitivo lieve e personale, delle opportunità per integrarsi a livello sociale, familiare e culturale. In Asia: un progetto in Cina, per la formazione di 140 giovani formatori, che a loro volta possano preparare altre persone sui temi delle metodologie didattiche adeguate ai millennials, dei valori umani fondamentali e delle tradizioni culturali cinesi. Un progetto, infine, in Medio Oriente (Palestina), per l’acquisto e la ristrutturazione di un edificio in Betlemme, da adibire a centro culturale e formativo per i giovani. Dall’inizio del 2018 sono stati approvati 472 progetti, per un valore complessivo accordato di 64.928.214 euro.