Un’ altra opera restaurata grazie al mecenatismo di Associazioni senesi, desiderose di riportare alla luce capolavori dimenticati e danneggiati dall’usura del tempo ed offrirli alla popolazione, ai turisti, ai visitatori, arricchendo anche il già cospicuo e rilevante patrimonio artistico-culturale in possesso della nostra città.
Si tratta del cuspide raffigurante il <Redentore benedicente>, lavoro dell’artista senese Giovanni di Paolo che si trovava, fino a poco tempo fa, nei depositi della Pinacoteca Nazionale, nelle <riserve del Museo>, riscoperto e restaurato ad opera dello sponsor, Inner Wheel Club di Siena.
Un recupero significativo- come ha tenuto a dire la dott.ssa Cristina Gnomi,( direttrice della Pinacoteca ed altri musei senesi che afferiscono al Polo museale della Toscana) – perché il dipinto sarà esposto e collocato in una delle sale dedicate a Giovanni di Paolo, impreziosendo ancor più il corpus della sua opera.
Giovanni di Paolo ( Siena 1398?- Siena 1482 ), pittore squisito, miniatore eccellente di illustri manoscritti, tra i quali i testi di Dante, legato al tardo gotico, si muove tra estenuante bellezza ed intensa spiritualità, presentando al tempo stesso una grande abilità impressionistica nei gesti, nei particolari dei personaggi raffigurati. E’ il caso del Redentore benedicente che offre numerosi spunti di valutazione della capacità tecnica dell’autore (visibile nei punzoni, ma anche nella mano, nei capelli…), opera frammentaria perché mancante del contesto, del polittico originale ove era inserito, ma ugualmente significativa.
La Presidente dell’Inner Wheel Club, Viviana Bindi Gazzabin, emozionata e felice del restauro, ha raccontato di aver scelto quest’opera per un recupero, attratta dai colori, dall’espressione del dipinto.
Tavola a tempera su fondo oro, rimossa negli anni ’80 del secolo scorso da un polittico certamente non suo ( come attesta il critico Cesare Brandi ) è opera della piena maturità dell’artista- ha sottolineato la dott.ssa Maria Mangiavacchi, funzionario storico dell’Arte- e rivela la sua tecnica raffinata, la sua capacità espressiva, la sua abilità di orafo e miniaturista, rintracciabili nello sguardo penetrante del Cristo, nelle rughe, nel morbido manto con colpi di luce.
E’ probabile, pertanto, una committenza di rilievo.
La restauratrice, Edith Alice Liebhauser, ha parlato dettagliatamente ed in maniera esaustiva, delle tecniche adoperate per il ripristino, tecniche moderne e non invasive che, unite alla sua grande passione per il pittore, hanno dato modo di riscoprire un dipinto di grande bellezza.