Domenica 1 dicembre 2024, in corrispondenza quest’anno con l’inizio dell’Avvento, la Chiesa senese fa memoria del martirio del primo testimone del Vangelo in terra di Siena, il giovane romano Ansano, martirizzato a Dofana, sulle rive dell’Arbia, agli inizi del sec. IV sotto le persecuzioni di Diocleziano. La festa di Sant’Ansano è pertanto memoria dell’annuncio della fede degli apostoli, giunto da Roma in terra di Siena agli albori del cristianesimo, e fecondato col sangue del martirio. Nella Città di Siena la festa di Sant’Ansano segna anche l’inizio dell’anno contradaiolo.
Le celebrazioni iniziano la sera precedente con primi Vespri nella Pieve di Santa Maria a Dofana, presso il luogo del martirio, celebrati alle ore 19 di sabato 30 novembre 2024. Ad omaggiare il Santo in questa celebrazione sarà quest’anno la Contrada del Drago a nome delle diciassette Consorelle.
Alle ore 21, in Cattedrale, concerto del coro Guido Chigi Saracini diretto dal Maestro Lorenzo Donati.
Domenica 1 dicembre 2024, alle 10, sarà celebrata la S. Messa nell’Oratorio delle Carceri di Sant’Ansano, in via San Quirico.
Alle ore 11.30 si terrà la benedizione della lapide commemorativa del Santo posta all’inizio di via del Fosso di Sant’Ansano, restituita ad originale decoro grazie all’interessamento dell’ANIOC Siena.
Alle ore 17 muove da Palazzo Pubblico il corteo delle Contrade verso piazza del Duomo.
Alle ore 17.30 Santa Messa solenne in Cattedrale, presieduta dal card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e concelebrata dal Collegio dei Correttori alla presenza dei Priori e del popolo delle Contrade.
Questo momento e la successiva celebrazione verranno ripresi da MCM, mentre IVO TV trasmetterà il segnale che metterà a disposizione – grazie al sostegno dell’Opera della Metropolitana di Siena – per le emittenti che ne faranno richiesta.
Inoltre si potrà seguire la diretta anche sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi e su MIA RADIO (FM. 94.7- 96.8 -97.2- 101.6).
(L’immagine di Sant’Ansano qui allegata è di un cataletto esposto nel museo diocesano di Siena di Bartolomeo Neroni – detto il Riccio – del 1570 circa).