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IL PALIO DI SIENA, LA CITTÀ DI MARIA E CON MARIA

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In occasione del palio dell’Assunta pubblichiamo una riflessione del Card. Augusto Paolo Lojudice apparsa sulla rivista “Tufo al cuore”.

Maria e Siena, un legame indissolubile che nei secoli si è rafforzato e sedimentato nelle coscienze dei senesi di qualsiasi generazione. Chi conosce bene la nostra città sa benissimo che anche il suo aspetto urbanistico è stato idealmente modellato dalle tante devozioni nei confronti di sante, santi e beati e in particolare per la Madre di Cristo. Quante chiese, oratori e conventi nel centro di Siena (e non solo) ci raccontano di un legame antico del popolo senese con la dimensione religiosa cristiana. Pensiamo solo alla cattedrale della città dedicata a Maria Santissima. Il cuore di Siena, impreziosito da capolavori d’arte senza tempo voluti dai nostri concittadini per celebrare lei, la Madonna.

Nei periodi più difficili per la città ci si è sempre rivolti fiduciosi a Maria. Ma non solo in quelli difficili, ma anche di festa e di gioia. In quei momenti di comunità – come li definisco io – dove il carattere fiero e spontaneo dei senesi viene fuori in tutta la sua straordinaria forza ed effervescenza. 

Una città speciale, che a volte è difficile poterla descrivere e raccontare. Si ha paura sempre di dimenticare qualcosa.

Qualcuno, un santo, oltre 40 anni fa ci è riuscito. Era il 14 settembre 1980 e San Giovanni Paolo II in visita nella nostra città pronunciò queste parole: “È stata sufficiente la suggestiva veduta aerea delle vostre dimore, cariche del rispetto e della dignità dei secoli; è bastata la visione evocativa delle vostre mura che accolgono, quale prezioso scrigno, inestimabili bellezze, a ragione di quanto l’uomo, nella cerchia di esse, ha saputo esprimere di puro, di santo e di bello; è bastato il breve tragitto dalla storica Porta Camollia fino a questa Piazza, attraverso strade che ad ogni angolo riserbano scorci di universale armonia e di suadente, intramontabile eleganza, perché avvinto da tale arcana atmosfera, entrassi in profonda sintonia col vostro passato, e mi mettessi all’unisono con i vostri problemi di oggi, e le prospettive di domani, in una parola perché vibrassi con voi e sentissi di amarvi profondamente, annoverandomi anch’io -se me lo consentite- tra i cittadini di Siena.”

Una fotografia istantanea fatta di parole che Papa Wojtyla ci ha lasciato in eredità.

Il palio in questo contesto è l’esempio di come l’identità di una comunità, pur nelle sue differenze, sia passata indenne nei secoli come un carattere distintivo, nitido e profondo.

Devozione, spiritualità, storia, sana rivalità, orgoglio dell’appartenenza sono gli ingredienti di questo straordinario concentrato di senesità che tiene ben salda ed unita la nostra comunità cittadina. 

Il palio lo si capisce bene solo se lo si inquadra in un impegno spalmato su 365 giorni l’anno e non solo nei giorni della corsa. Ridurlo ad un semplice fatto folkloristico sarebbe riduttivo e dannoso.

Diciassette contrade, una struttura di governo generale e particolare tramandate dalla notte dei tempi, un modello di convivenza e di mutuo aiuto delle comunità che ancora oggi è un esempio di sostenibilità e solidarietà tra generazioni senza distinzione di classe, censo o cultura. Vi pare poco?

Lo sappiamo bene, noi senesi, che il palio ha una profonda radice nella devozione mariana, se non altro sono dedicati sia quello del 2 luglio, che quello del 15 agosto.

Ho avuto la fortuna di potere visitare tutte le contrade e rispettivi oratori ed in ognuno di essi grandi e piccole, colorate o meno colorate, preziose e meno preziose, ho trovato delle immagini della Madonna. Lei è sempre presente nella vita dei senesi e dei contradaioli. Una presenza discreta, ma forte.

Certo nei giorni del palio gli animi si scaldano, le voci si alzano. L’ansia, la curiosità sono il pane quotidiano. Il frastuono e la confusione sono le colonne sonore a tutte le ore.

Tanti volti si incrociano nelle strade, tante storie che si intrecciano.

Ma poi tutto si dilegua e il giorno dopo, al di là di chi potrà vincere, sappiamo che Lei, la Madonna, rimane accanto a noi. Lei non passa.

Tutto questo parte sempre da Lei e per lei. Per questo dico sempre che la nostra è la città di Maria e con Maria. Ricordiamocelo con orgoglio.

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