Ha preso il via ieri sera l’accoglienza degli immigrati di nazionalità pakistana presso la sede della Caritas in Via Mascagni, 40 a Siena. L’iniziativa si è resa possibile grazie al protocollo d’intesa siglato dall’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val D’Elsa – Montalcino, il Comune di Siena, la Società della Salute Senese e l’Arciconfraternita di Misericordia di Siena. La durata del protocollo è fissata – ad experimentum – fino al 31 ottobre 2022.
Dalle ore 20 della sera alle ore 8 del mattino sono circa 20 i posti letto messi a disposizione per consentire lo stazionamento notturno dei cittadini migranti o richiedenti asilo che sino ad ora, soprattutto nelle ore notturne, si sono arrangiati in alcune zone della città. Agli ospiti è stato consegnato anche kit igienico sanitario con lenzuola usa e getta e biancheria.
E’ garantita anche la presenza di medici volontari, disponibili per uno screening sanitario all’ingresso della struttura.
La ricerca di una soluzione più strutturata si era resa necessaria per il registrarsi, nei mesi scorsi, di un costante afflusso in città di migranti, in particolare pakistani, che giungono a Siena per ottenere i documenti necessari dai locali uffici della Questura. E che usualmente permanevano in città in condizioni precarie, all’addiaccio, solo per pochi giorni, il tempo necessario per il disbrigo delle pratiche legate all’asilo.
“Questo protocollo – spiega il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino – dimostra che fare rete significa risolvere i problemi. Da soli non si va nessuna parte e per questo credo che l’accordo siglato con il Comune, L’Arciconfraternita di Misericordia e la società della salute senesi sia un modello replicabile anche per eventuali e nuove emergenze sociali”.
“Siena – commenta il sindaco Luigi De Mossi – è una città accogliente e solidale. Ma è anche una città ordinata e attenta alle ragioni del decoro urbano e più in generale della tranquillità, fattori che contribuiscono a farne uno dei territori in Italia con la più alta qualità della vita. La situazione precedente non era accettabile per la città e non era decorosa per i migranti. Con molta buona volontà e grazie a un proficuo e collaborativo dialogo, Comune, Diocesi e soggetti del terzo settore hanno trovato una soluzione che rappresenta un netto e concreto miglioramento per tutti. Senza tante parole, ma con i fatti”.