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“10 comandamenti per 10 cardinali”, un nuovo libro per riflettere sull’attualità

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Coordinati dal vaticanista Fabio Marchese Ragona, 10 Cardinali hanno preso “carta e penna” per offrire le loro riflessioni sull’attualità, punto per punto, dei precetti contenuti nei Dieci Comandamenti. Ne è nato il libro <<Dieci Comandamenti per Dieci Cardinali>> disponibile nel catalogo delle Edizioni Ares di Milano (pp. 208, euro 16).

Nel volume anche le riflessioni del cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino e con lui: I. Card. Gualtiero Bassetti – Non avrai altro Dio all’infuori di me;  II. Card. Gerhard Ludwig Müller – Non nominare il nome di Dio invano; III. Card. Robert Sarah – Ricordati di santificare le feste;  IV. Card. Angelo Comastri – Onora il padre e la madre;  V. Card. Matteo Maria Zuppi – Non uccidere;  VI. Card. Fridolin Ambongo Besungu – Non commettere atti impuri;  VII. Card. Augusto Paolo Lojudice – Non rubare;  VIII. Card. Marcello Semeraro – Non dire falsa testimonianza;  IX. Card. Gianfranco Ravasi – Non desiderare la donna d’altri; X. Card. Mauro Gambetti – Non desiderare la roba d’altri.

“I Comandamenti, per il popolo ebraico, non sono solo delle norme di comportamento, di azione, ma intendono – spiega il Cardinale Lojudice – identificare una disposizione di fondo di fiducia e obbedienza verso Dio da applicare in tutti i campi della vita. Il Decalogo non è un solo un elenco di obblighi e di doveri. Ma, se accettato liberamente, vuole orientare il percorso di tutta la vita verso la fede nel Dio unico».

“In realtà, nel linguaggio semitico, – aggiunge – essi non hanno solo la funzione di vietare un comportamento in modo netto. Ma anche di stimolarne in forma altrettanto marcata l’aspetto positivo . Se il settimo Comandamento fosse considerato come difesa di ciò che è proprietà di tutti e fosse rispettato, secondo il porporato , l’umanità non si troverebbe a fare i conti con le problematiche ambientali e sociali che oggi la sovrastano”.

“Per esempio, – continua il card. Lojudice – «in un’Italia (e non solo) in cui da più di un anno non si parla altro che di COVID-19, si rischia di dimenticare i danni provocati negli anni da eventi atmosferici». Che hanno distrutto migliaia di ettari di boschi, allagato intere vallate, spazzato via case e strade, spezzato vite umane di ogni età.  Il dito è puntato contro la malvagità della natura che, «senza guardare in faccia a nessuno, sembra abbattere la sua forza contro chi capita. Ma tanti fenomeni sono il frutto del surriscaldamento terrestre provocato anche da un eccesso di produzione di anidride carbonica. A sua volta conseguente al “furto” messo in atto da poche generazioni che nel giro di 150 anni hanno preteso di bruciare ciò che madre Terra ci ha messo milioni di anni a produrre”.

Lojudice ammonisce sostiene che siano violazioni del Settimo Comandamento, “l’inquinamento della terra», le «“eco-mafie. Il Papa – afferma – ci dice che l’unico modo per uscirne è smettere di considerarci padroni e cominciare a concepirci come amministratori. Nessuno è padrone assoluto dei beni, bensì un amministratore della Provvidenza. Che, tradotto, significa cominciare a prendere consapevolezza che viviamo in un mondo dalle risorse limitate. E che dobbiamo amministrarle avendo sempre ben chiaro che, oltre a doverne lasciare per le generazioni che verranno, dobbiamo anche permettere ai tre miliardi di esseri umani impoveriti di uscire rapidamente dalla loro situazione di miseria”.

“Naturalmente – sottolinea -il furto può avere mille volti, sottolinea il cardinale, «soprattutto in una società economicamente così complessa com’è la nostra. Una forma di violazione del Settimo Comandamento «è lo spaccio di droga che, rubando la vita, provoca un guadagno facile, illecito e mortifero. Bisogna metter fine ai furti di dignità, concretizzati dal pagamento ai lavoratori di salari inadeguati, l’estromissione dei pastori e contadini dalle loro terre, la fuga dei capitali nei paradisi fiscali, l’imposizione di regole draconiane agli Stati indebitati”.

“Così è furto – conclude – «levare l’onore a un uomo, la dignità a una donna, la tranquillità a un famigliare, la fede a un credente, la paternità o la maternità a un nato, la speranza a un anziano, la moglie a un marito, l’affetto a un bisognoso (2 Sam 11, 2-4). Potremmo anche pensare a quell’infame furto che si consuma ai danni dei bambini, violando la loro intimità con la pedofilia, ma anche con una cattiva educazione o un’esistenza difficile, rubando a loro il futuro e spesso la stessa vita che avrebbero dovuto vivere.  In questo periodo la pandemia da COVID-19, conclude Lojudice, «ha prodotto un altro furto molto pesante. Quello del “sorriso” che non riusciamo più a vedere e quindi a scambiarci. Ci auguriamo che questo tempo così cupo, così grigio, si concluda e possiamo nuovamente tornare a una vita normale arricchita da un’esperienza di “comunione mondiale” come non era mai accaduto nella storia”.

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